mercoledì, maggio 10, 2006

GALBRAITH E' MORTO


John Kenneth Galbraith ci ha lasciato alla veneranda età di 97 anni: un arco di tempo sufficiente per riflettere criticamente sulle grandi trasformazioni del '900 e sui primi avvenimenti del nuovo secolo (ha fatto in tempo a scrivere dei recenti scandali finanziari, ispirandosi alla vicenda Enron, nel libricino L'economia della truffa, Rizzoli, 2004).



E' stato un economista di scuola istituzionalista ma aperto al confronto con le altre correnti dell'economia, specialmente keynesiana, marxista ed organizzativa, come dimostra fra l'altro la sua Storia della economia (Rizzoli, 1988), senza trascurare l'apporto delle altre scienze sociali, in particolare politica e sociologia.
Le sue analisi del sistema capitalistico americano restano esemplari per chiarezza e acume critico (Il capitalismo americano, Edizioni di Comunità, 1955; Il nuovo stato industriale, Einaudi, 1968, La società opulenta, Etas Kompass, 1967). Anche se andrebbero in alcuni aspetti aggiornati, questi studi sono importanti perché mettono in luce il ruolo essenziale giocato dalle dinamiche di potere, dai processi decisionali politici, dalle tecnostrutture delle grandi imprese nel determinare direzione e forma del cambiamento economico nelle società occidentali.

Su Galbraith:

  • in italiano: Antinolfi, R., La teoria economica di J.K. Galbraith, Carocci, Roma, 1988
    (Dalla scheda dell'editore) Questo libro si propone di ricostruire il pensiero di Galbraith intorno ad alcune tematiche di notevole rilevanza teorica e politica. Tra le più significative ricordiamo la relazione bisogni/consumo, considerata da Galbraith parte integrante della scienza economica, anche se il processo di formazione dei bisogni non può essere spiegato soltanto con gli strumenti analitici di questa scienza. La seconda problematica su cui si pone l’accento del rapporto mercato/pianificazione, rapporto direttamente correlato al progresso tecnologico; Galbraith considera la tecnologia come l’espressione più alta e complessa dell’intervento dell’uomo sulla natura, non solo in sé, ma per i suoi riflessi sull’organizzazione dell’attività produttiva che, appunto con l’avanzare del progresso tecnologico, ha bisogno di essere razionalmente pianificata. La terza tematica riguarda il nesso politica/economia: nel pensiero di Galbraith gli indirizzi di politica economica non solo discendono dall’analisi della struttura e delle linee di tendenza del capitalismo moderno, ma sono strettamente collegati alla concezione e al ruolo dello Stato. Obiettivo di fondo di tutta l’azione dello Stato in campo economico dev’essere quello di evitare che il processo economico abbia come suo unico fine l’incremento meramente quantitativo della produzione, e di consentire per converso l’esercizio di scelte autonome tra fini qualitativamente diversi per l’umanità. La rilevanza politico-sociale dei temi trattati, le connessioni interdisciplinari e la chiarezza dell’esposizione rendono il volume utile a tutti coloro che, per motivi professionali o di studio, si trovano a dover analizzare simili problematiche.
  • in inglese: THE HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT WEBSITE http://cepa.newschool.edu/het/profiles/galbraith.htm


Nessun commento:

Posta un commento