lunedì, dicembre 04, 2006

BAZAAR GOVERNANCE

Il fenomeno open source è esploso negli ultimi anni grazie al successo del sistema operativo Linux. E' un modo di lavorare (essenzialmente basato su internet) che ha permesso ad un'ampia e sempre differenziata comunità di programmatori di mettere in comune alcune risorse (per es. il codice sorgente del software) sulla cui base sviluppare nuove soluzioni, attraverso un processo evolutivo per prove ed errori che finora si è dimostrato molto efficace. Il frutto di questo lavoro partecipativo (tipico esempio di quella che Pierre Lévy ha definito "l'intelligenza collettiva") non esclude la possibilità di un distribuzione commerciale (a patto di mantenere ferme le regole della licenza GPL, GNU General Public Licence), ma si presta altrettanto bene per una distribuzione gratuita o ad offerta, della quale possono beneficiare le scuole, le comunità a basso reddito, le pubbliche amministrazioni alle prese con problemi di bilancio.


L'economia della open source è oggi l'oggetto di numerosi studi che hanno l'obiettivo di capire come riesca a funzionare un sistema nel quale la competizione per il profitto, l'individualismo egoistico, la gelosa difesa della proprietà intellettuale, l'accentramento della progettazione (per es. nelle grandi corporations dell'industria del software) sono stati accantonati per fare spazio alla condivisione delle risorse, alla cooperazione, alla comune tensione verso il miglioramento del prodotto, all'estrema personalizzazione delle soluzioni (indice di un altissimo decentramento).


Uno studio recentissimo è stato pubblicato nel numero 10/2006 di Organization Studies. Si tratta della ricerca -- di impianto neoistituzionalista (economia dei costi di transazione) -- realizzata dai francesi Benoit Demil e Xavier Lecocq, intitolata "Neither Market nor Hierachy nor Network: The Emergence of Bazaar Governance". Il suo interesse sta nel fatto che in modo molto chiaro esplora i meccanismi istituzionali ed organizzativi che consentono agli operatori del mondo open source di lavorare insieme, mantenendo le caratteristiche di cui ho accennato in precedenza.

Clifford Geertz (1926-2006)


I due autori battezzano questa forma di regolazione, basata sul contratto GPL, con il nome di bazaar governance (in omaggio allo studio sull'economia informale di un villaggio marocchino condotto negli anni '70 dall'etnologo Clifford Geertz -- e qui il cortocircuito fra tradizione e futuro è molto suggestivo). Dal confronto con il mercato, la gerarchia e la rete, strutture di governo alternative delle relazioni fra i membri di un sistema economico, emerge che la bazaar governance si regge su fondamenta quali il basso controllo e la ridotta intensità di incentivazione (a partire dal contratto GPL), che gli economisti ortodossi definirebbero parecchio labili, evanescenti, pericolosamente in bilico fra il fallimento e un funzionamento assai zoppicante. Un Galileo economista dovrebbe però esclamare, ancora una volta: Eppur si muove!

Per approfondire:

  • [abstract] Benoit Demil e Xavier Lecocq (2006), "Neither Market nor Hierachy nor Network: The Emergence of Bazaar Governance", Organization Studies, vol. 27, n. 10, pp. 1447-1466.; una versione più ampia dell'articolo [inglese, .pdf] si trova nell'area open source del MIT.

  • Che cos'è il sistema open source? Che cos'è la licenza GPL (GNU General Public Licence)? Prime risposte su Wikipedia.it alle voci Open source - Licenze open source - GNU General Public Licence (da notare che la comunità Wiki è un esempio fra i più riusciti di lavoro aperto alla più ampia partecipazione internettiana). La "madre" di tutte le licence GPL è al sito GNU [in inglese].

  • Che cos'è "l'intelligenza collettiva" di Pierre Lévy? Intervista su MediaMente.

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